sabato 4 dicembre 2010

le malattie zootecniche

Igiene Zootecnica
Prima Parte
La Malattia
Introduzione
L'importanza di poter controllare in qualsiasi momento le condizioni sanitarie tanto degli animali
allo stato libero che di quelli in allevamento è evidentemente del più grande interesse. Mentre
l'attuazione sistematica di talune misure profilattiche abbastanza semplici e l'uso di gabbie adatte
consentono di evitare al novanta per cento le epidemie negli allevamenti e sono alla portata di tutti,
l'accertamento diagnostico dei casi sospetti di malattia dovrebbe sempre essere affidato a un
professionista. Ci si potrebbe chiedere, allora, a cosa possa servire questo capitolo, dato che è
evidente che nessuno potrebbe concentrare in poche pagine tutta la vasta mole di conoscenze
necessarie per un serio controllo sanitario. Tuttavia riteniamo che tutti coloro che hanno
responsabilità di gestione faunistica debbano avere alcune informazioni su questi argomenti.
In linea generale i veterinari, anche quando sono professionalmente molto capaci per quanto
riguarda gli animali domestici, non hanno esperienza per quanto riguarda la selvaggina. Questo è
dovuto al fatto che solo da pochi anni si sono cominciate a studiare approfonditamente le malattie di
questi animali e sono sorte società che si occupano di questi problemi. Non ci sono quindi molte
opere a loro disposizione per la consultazione in cui siano ricordate le malattie che dagli animali
domestici possono trasmettersi a quelli selvatici e, meno ancora, quelle che sono esclusive della
selvaggina. Peraltro alcune delle malattie che possono produrre seri danni negli allevamenti sono
banali malattie del bestiame, che talora assumono negli animali selvatici un andamento
particolarmente acuto e grave.
Un elenco delle malattie più importanti sotto l'aspetto epidemiologico può quindi essere utile per
indirizzare gli accertamenti del veterinario, mentre qualche cenno di tecnica delle autopsie può
consentire anche al dilettante di raccogliere i dati e il materiale che sono necessari al professionista
per stabilire la diagnosi.
Vi è un classico motto inglese che dice "The healthy animal is up and doing" cioè "L'animale sano è
in piedi ed è occupato in qualcosa". Questa massima esprime una profonda verità tanto sugli uomini
che sugli animali selvatici, e tuttavia si deve notare che in generale la maggior parte degli animali
selvatici, quando vengano esaminati con molta cura, risulta affetta da qualche parassita e spesso da
più di uno. In realtà anche questi animali devono essere considerati "sani", così come sono sani tutti
gli uomini che vanno a spasso per la nostra città, anche se, per esempio, quando andassimo a fare un
esame batteriologico della loro saliva, troveremmo che ospitano un piccolo giardino zoologico (o
meglio botanico) di batteri, anche altamente patogeni.
Negli accertamenti diagnostici non ci si deve arrestare al primo possibile agente patogeno
identificato, ma occorre condurre esami completi e soprattutto vedere se la sintomatologia
presentata dall'animale prima della morte si accorda con la supposta causa della malattia. Occorre
d'altronde tener presente che spesso, subito dopo la morte, gli agenti che l'hanno causata spesso non
sono più rintracciabili. Ciò è soprattutto frequente quando si tratta di malattie causate da virus o da
batteri che non resistono a lungo su tessuti morti; è quindi importante, nel caso che l'animale malato
sia osservato prima della morte, annotare accuratamente il suo atteggiamento, il suo aspetto, il suo
modo di muoversi e di comportarsi in modo da poter riferire ogni dettaglio al professionista.
Raccomandiamo quindi vivamente tanto al privato concessionario di una azienda faunisticovenatoria
che al funzionario responsabile di bandite demaniali, zone di ripopolamento ecc. di
stabilire una sistematica collaborazione con un veterinario di sua fiducia in modo da consentire a
questo ultimo di documentarsi ed eventualmente attrezzarsi per tempo per gli accertamenti
diagnostici, le misure profilattiche e quelle terapeutiche che sarà prima o poi, chiamato a praticare.

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