sabato 30 ottobre 2010

cretizza nello stato di salute, nella fertilità,
nella longevità, nella mancanza di comportamenti
anomali, in sostanza anche in
una buona produttività (per quantità e
qualità).
Un approccio rivolto a comparare la
realtà con la situazione naturale degli animali.
Un approccio dal più ritenuto rispondente
è quello di valutare:
L’allevamento nel suo complesso:
microclima, edifici, attrezzature, management,
ecc in rapporto alle migliori esigenze
degli animali;
All’alimentazione, vista in termini tali
da coprire le esigenze delle diverse categorie
d’animali senza comprometterne lo
stato di salute;
All’animale stesso e in particolare al
suo aspetto (pelo, stato d’ingrassamento,
presenza di ferite, eccetera), alla diffusione
delle malattie, o anomalie metaboliche,
alla fertilità, alla quantità e qualità del latte,
al comportamento generale (timoroso,
se lecca inutilmente, se rumina, se è
assonnato.
3.0 - La gestione dell’allevamento
L’allevamento delle vacche da latte è
senza dubbio una delle attività più difficili
che oggi si possono intraprendere. L’allevatore
in diversi casi è contemporaneamente,
agricoltore, imprenditore, operaio,
… e deve affrontare ogni giorno problemi
d’organizzazione del lavoro, di scelte tecniche
agronomiche, di commercializzazione
dei prodotti rapporti con i fornitori
e con enti pubblici. Se, non ha una profonda
passione per il proprio lavoro, e,
non unisce la volontà a migliorare applicando
le tecniche della gestione più corrette,
difficilmente riuscirà ad ottenere
un’impresa zootecnica veramente valida,
al passo coi tempi e in grado di permettere
un utile economico. (foto 7)
E’ convinzione comune di diversi allevatori
che l’alimentazione delle vacche sia
il fattore principale sia fa la differenza tra
una azienda con produzioni per capo elevate
rispetto agli altri. L’alimentazione è
importante, ma non bisogna sottovalutare
gli aspetti della gestione della riproduzione
e produzione. La gestione e organizzazione
della riproduzione di un allevamento
di vacche da latte, l’allevatore può
intervenire, può, fare scelte adeguate alle
necessità dell’allevamento in base al clima,
alla stagione, di conseguenza può intervenire
sulla produttività dell’allevamento e
di conseguenza sulla redditività.
Compito dell’allevatore di vacche da
latte per gestire correttamente l’allevamento
è riuscire ad ottenere le maggiori
produzioni, nella sua realtà aziendale con
il minor sforzo economico. Visto che l’allevamento
è costituito da animali dove
ognuno di loro ha una propria biologia,
una propria genetica, una propria morfologia,
una propria individualità, una propria
fisiologia, compito dell’allevatore è di
ottenere il massimo da ognuna delle sue
vacche. Per ottenere questo è importante
conoscere ciò che avviene in azienda e
tentare di prevedere cosa potrà avvenire
nel breve e medio termine. Diventa indispensabile
una corretta registrazione dei
dati con sistemi attendibili di archiviazioni
ed elaborazioni dove sia possibile effettuare
previsioni sia a breve sia medio e
lungo termine attendibili.
Con i dati di previsioni attendibili, a
disposizione, è possibile fare scelte aziendali,
agronomiche, e di mercato consone
all’azienda. Nell’allevamento di vacche da
latte non è possibile improvvisare. Tutto
deve essere programmato. Chi ha provato
ad avventurarsi in improvvisazioni, si trovato
con problemi e difficoltà.
4.0 - L’autocontrollo
La produzione del latte in Italia ha vissuto
nell’ultimo decennio importanti
cambiamenti che ha coinvolto l’azienda
agricola talvolta in modo talmente radica-
84
Alta Qualità
Foto 7 - L’allevatore molte volte si può trovare smarrito
di fronte a tanti dati. Per gestire correttamente il
proprio allevamento deve iniziare ad utilizzarli e
interpretarli in modo corretto.

Nessun commento:

Posta un commento