sabato 30 ottobre 2010

2.0 - Il benessere
Le vacche “felici” sono le più sane, più
fertili, più longeve, più produttive (quantità
e qualità) e quindi più efficienti con
soddisfazione, anche economica, dell’allevatore.
Indipendentemente da questi vantaggi,
esiste una direttiva comunitaria la
98/58 recepita con decreto, che regolamenta
il rispetto del benessere degli animali
da reddito. In questa direttiva vengono
stabiliti i doveri dell’allevatore nei confronti
degli animali che detiene e sono
indicati con discreta precisione le attenzioni
che egli deve avere: alimentazione,
personale, ricoveri ecc.. Secondo D. Sauvant
(1994) gli obiettivi delle produzioni
animali nel tempo possono essere così
elencati. Nel 1960 l’obiettivo principale
era la produzione, poi l’efficienza, la qualità
dei prodotti, l’ambiente. Intorno
all’anno 2000 si è iniziato con il benessere
animale, poi seguirà la traccabilità. La
posizione di quegli allevatori che altro
perseguono il massimo profitto, e ad ogni
costo, senza alcun rispetto per la natura e
per il benessere animale è certamente criticabile.
L’uomo, proprio perché in grado
di scelte autonome e intelligenti, ha il
dovere, di esercitare la sua superiorità
secondo la logica del custode della natura
e non del profittatore. Ne consegue che i
diritti degli animali discendono dai doveri
che gli uomini hanno nei confronti della
natura e, l’allevatore deve tenerne conto.
(foto 5)
Esistono un numero elevato di definizioni
di benessere animali, fra cui la più
nota è quella delle cinque libertà (Fawc,
1993), in pratica ogni animale dovrebbe
essere libero:
Da fame sete malnutrizione;
Da condizioni climatiche avverse;
Da dolore, ferite, malattie;
Di esprimere un comportamento
naturale;
Da paura e da stress eccessivo.
L’origine di tali traguardi per gli animali
è verosimilmente l’idealizzazione di
quanto si ritiene accadere in natura per gli
animali selvatici. La realtà, proprio in
natura, è ben diversa giacché esistono in
molti casi difficoltà a trovare alimenti,
acqua, e difendersi dai parassiti. Se ne
deduce che la differenza genetica, l’esperienza
maturata, può modificare sostanzialmente
la risposta al medesimo stimolo
stressante e possono esserci animali felici e
animali che soffrono.
Vi sono diverse modalità per valutare
lo stato di benessere delle bovine:
Un approccio basato sulle sensazioni
degli animali (dolore, sofferenza, piacere,
eccetera..), ma non è certo da utilizzare
nella pratica; (foto 6)
Un approccio di tipo funzionale, vale a
dire basato sulla buon’espressione delle
principali funzioni biologiche .

Nessun commento:

Posta un commento